Intervista a Grazia Cucco, pittrice amerina contemporanea

di Francesco Cozza Caposavi

Grazia Cucco, pittrice amerina contemporanea, prima di nove figli, è cresciuta a stretto contatto con la foresta Umbra, casa del suo cuore e delle sue emozioni. «Quando aveva tre anni all’asilo fu punta da un insetto. Si rifugiò sotto le sottane di una suora, la quale le chiese chi fosse l’autore della puntura, Grazia lo disegnò così precisamente che tutti riconobbero l’insetto», così parla di lei Giulio Rapetti Mogol, collezionista ed amico di oltre vent’anni dell’artista.

Secondo il critico d’arte Vittorio SgarbiGrazia racchiude nella sua chiave onirica un surrealismo non artificioso mai programmatico, legato agli incubi e alle scoperte di una bambina. In un mondo popolato di contadini, suore, insetti e animali, come la misura convenzionale non esiste e la percezione è quella di Gulliver in una terra conosciuta e sorprendente. Miniature dettagliatissime profane, mai ortodosse, tra natura e sogno.

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Il surrealismo selvatico di Grazia Cucco

di Vittorio Sgarbi

Uno sguardo puro, ma non innocente, per una visione che sarebbe improprio definire naive, e che invece compone le immagini e i sogni dell’infanzia con le illustrazioni di un’Italia da libro di scuola, con i monumenti più rappresentativi, dal Castel del Monte alla Cattedrale di Trani. E poi c’è la curiosità naturalistica per i fiori, le piante, i frutti, offerti alla nostra attenzione con disordine e selvatichezza.

Grazia Cucco ha resistito alla facile suggestione del misticismo Francescano con un’interpretazione non retorica, non favolosa, ma concreta, esatta, naturalistica, come di chi registra la verità del mondo contadino e conosce le piante e i frutti della terra, gli animali, restituendo verità ad un abusato cantico delle creature.

Un esempio di surrealismo spontaneo, non elaborato, necessario.

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Toscolano

di Mogol

Una fantasia eroicamente furiosa chiusa in un rigore ecclesiastico. Inaccessibile come un cubo d’acciaio.
Un’arte pittorica che riproduce l’esatto contrario dell’artista. Grazia Cucco.

Pura come un animale, dominata dalle sue passioni vissute liberamente e dai suoi sentimenti vorticosi come un vento desertico, è un meraviglioso anacronismo vivente.

Quando aveva tre anni all’asilo fu punta da un insetto. Si rifugiò sotto le sottane di una suora, la quale le chiese chi fosse l’autore della puntura: Grazia lo disegnò così precisamente che tutti riconobbero l’insetto.

Non ho mai conosciuto nessuno più libero, più buono e più indifeso di Grazia.

Nonostante sia assolutamente impegnativa, la considero un dono di Dio.

La Ricchezza del Mondo

di Marta Rosati

L’opera è stata commissionata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e “battezzata” da Mogol in occasione della Milano Expo 2015.

Presentata durante l’esposizione universale avente lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, la tela ha rappresentato la regione Umbria nel padiglione Eataly durante la mostra “Il tesoro d’Italia” al fianco di capolavori di artisti illustri quali Giotto, Tiziano, Veronese, Donatello e molti altri.

Nella splendida tela, in cui verrebbe voglia di tuffarsi, quattro grandi cavalli dominano la scena: «Nascono come i quattro elementi – spiega la geniale artista umbra – e su di loro quattro templari.»

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